Saporito, dal colore paglierino e dalle sfumature intense di sapore, il Grana Padano 36 mesi è il compagno perfetto, oltre che per primi e secondi piatti, anche per cocktail, miele, vino e birra: la sua versatilità, infatti, è una delle caratteristiche che ci permette di creare moltissimi matrimoni di sapore diversi.
Ma cosa significa la denominazione Grana Padano 36 mesi DOP? A cosa possiamo abbinarlo? E che differenza c’è col Parmigiano Reggiano? Andiamo a scoprirlo.
Grana Padano: caratteristiche e proprietà
Questo formaggio a Denominazione di Origine Protetta viene prodotto (a parte alcune eccezioni, come il Trentingrana, che contiene solo latte di alpeggio, sale e caglio) con latte crudo, proveniente da vacche alimentate con foraggi di qualità, caglio, sale e lisozima, una proteina estratta dall’albume dell’uovo di gallina, utile a controllare le fermentazioni e con funzione antimicrobica.
Ricco di calcio e fosforo, si distingue per la sua pasta granulosa e per il color paglierino, oltre che per il sapore ricco e pieno, che lo rende un alleato indispensabile in cucina. È, inoltre, naturalmente privo di lattosio: dopo la stagionatura, infatti, ne contiene meno di 0,1 g/100 g. Buone notizie quindi per gli intolleranti, che possono concedersi tutto il piacere di questo formaggio squisito senza problemi.
Ma che differenza c’è tra il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano? Si parte dalla zona di produzione, che per il Grana Padano è più ampia e comprende ben 32 province. Le differenze riguardano anche l’alimentazione degli animali: per il Parmigiano Reggiano si usano solo fieni ed erba della zona di produzione; per il Grana Padano, invece, ci si avvale anche di foraggi insilati per l’alimentazione delle vacche.
Di cosa si tratta? Di foraggi conservati grazie a una speciale tecnica detta “insilamento”, che ne mantiene le caratteristiche stabili e inalterate. Il foraggio viene, infatti, sminuzzato all’interno di silos chiusi o all’aperto, compattato e infine sigillato con teloni di materiale isolante che impediscono l’ingresso dell’ossigeno e, quindi, la colonizzazione da parte di microrganismi. Questa tecnica rende i foraggi più ricchi, aromatici e digeribili e, soprattutto, nutrienti.
Le differenze tra Parmigiano Reggiano e Grana Padano, poi, riguardano anche la stagionatura, i vincoli a cui i produttori di entrambi i formaggi sono legati e, ovviamente, il sapore e la granulosità.
Quanti mesi stagiona il Grana Padano?
Sono i diversi tipi di stagionatura a donare al Grana Padano le sue sfumature di sapore: un Grana Padano DOP stagionato dai 9 ai 14 mesi, ad esempio, conquisterà il palato col suo gusto delicato, nel quale emerge tutto il sapore del latte fresco, e la sua dolcezza accentuata.
Un Grana Padano Oltre 16 mesi e Oltre 18 mesi, invece, avrà un gusto più saporito, con note di frutta secca e fieno. Il Grana Padano 36 mesi, infine, colpirà il palato con il suo gusto ricco, non piccante, con note di burro, e si abbinerà alla perfezione con vini invecchiati e birre dal gusto intenso e deciso.
Grana Padano 36 mesi: come usarlo in cucina?
Questo formaggio si può usare in mille modi: per mantecare il classico risotto o per proporne una nuova variante, come il timballo di riso alla zafferano al forno con ossobuco e salsa al Grana Padano. Ma anche per completare gustose vellutate insieme a un filo d’olio a crudo, come ingrediente delle crocchette di patate, delle polpette o, perché no, per preparare sfiziose chips di patate o di verdure al forno.
Il suo sapore intenso e ricco sarà perfetto, oltre che per le ricette a base di pasta, anche per creare gustosi cestini di Grana Padano ripieni di prosciutto e formaggio filante e rotoli di frittata con uova e spinaci. Ma anche in abbinamento a un carpaccio di bresaola o di zucchine oppure come ingrediente per deliziosi cornetti di pasta brisè ripieni di crema di Grana Padano.
Non dimentichiamo, infine, le croste: si possono utilizzare ad esempio nel brodo o nel minestrone, per aggiungere il sapore deciso e ricco del Grana Padano 36 mesi anche a queste ricette. L’idea in più per uno stuzzichino gustoso e filante? Arrostirle leggermente sulla fiamma: provare per credere!
A cosa abbinare il Grana Padano 36 mesi?
Come dicevamo, questo formaggio si abbina molto bene anche con il miele: nel caso del Grana Padano stagionato a 36 mesi consigliamo di abbinarlo a un miele robusto e corposo, come quello di castagno o di melata.
E per il momento dell’aperitivo? Anche qui le idee per portare in tavola degli appetizers gustosi sono davvero molte: dalle bruschette con scaglie di grana e pomodorini alle cialde di grana cotte al forno, da gustare con un cocktail a base di gin, fino alle mini-sfoglie con prosciutto, da cuocere negli stampini da muffin.
Il Grana Padano 36 mesi, insomma, è il compagno migliore per arricchire ogni piatto col suo sapore intenso e ricco: una sinfonia di sfumature di piacere, perfetta per conquistare anche i palati più esigenti.