Scopri come ridurre il trasporto su gomma e affrontare il problema delle emissioni nocive.
Il trasporto su gomma rappresenta una delle principali fonti di inquinamento atmosferico e di congestione del traffico nelle città e nelle zone extraurbane.
È utilizzato per spostare le merci, dunque per reinventare il sistema è necessario mettere in atto un cambio di paradigma: ridurre l’uso dei mezzi pesanti è diventato una priorità per molte amministrazioni e governi, ma soprattutto per l’Europa.
Ci sono diverse soluzioni che possono essere adottate, le esploreremo in questo articolo insieme ai loro potenziali benefici per l’ambiente e la mobilità.
Quali sono i mezzi di trasporto su gomma?
Breve lezione sul trasporto merci
I mezzi di trasporto più comunemente utilizzati per il trasporto su gomma sono rappresentati da autotreni e autoarticolati. Il termine autotreno, a volte chiamato impropriamente TIR (dal francese Transports Internationaux Routiers “trasporti internazionali su strada”), si riferisce ad un gruppo di veicoli costituito da un’unità di trazione e una o più unità rimorchiate prive di motore.
La principale caratteristica che distingue gli autoarticolati dagli autotreni è l’uso di un trattore stradale con cabina, al quale viene collegato un semirimorchio tramite una ralla apposita. Grazie alla presenza di questa base di appoggio, il semirimorchio può essere facilmente posizionato e agganciato al trattore stradale.
A differenza degli autotreni, gli autoarticolati permettono un piano di carico uniforme con lunghezza fino a 13,60 m, utile per il carico di oggetti particolarmente ingombranti.
Il costo ambientale del trasporto merci su gomma
E sulla salute degli esseri umani
L’aumento dei volumi di trasporto negli ultimi vent’anni ha provocato un incremento delle emissioni del trasporto su strada in Europa, nonostante i miglioramenti sull’efficienza dei motori.
Secondo un’analisi dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), le emissioni totali di gas a effetto serra delle autovetture e degli automezzi pesanti sono aumentate nell’UE dal 2000 al 2019: la produzione di CO2 delle autovetture sono cresciute del 5,8% e quelle degli automezzi pesanti del 5,5%.
Questa situazione ha costi immani sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani: guardando al solo territorio italiano, secondo dati della Società italiana di medicina ambientale (Sima), il trasporto di merci su gomma causa ogni anno in Italia fino a 12mila anni di vita persi, con ricadute economiche superiori al miliardo di euro.
Le soluzioni per ridurre l’impatto del trasporto su gomma
Fortunatamente, l’attenzione alla sostenibilità è diventata prioritaria in tutti i tavoli di discussione che hanno come oggetto il benessere della comunità. Nel 2020, la Commissione Europea ha stabilito una legge che richiede ai produttori di autocarri di ridurre le emissioni delle loro flotte del 15% entro il 2025 e del 30% entro il 2030. In aggiunta, la non conformità comporta costi elevati attraverso severe sanzioni. Nel 2040, la vendita di camion a carburanti fossili in Europa sarà proibita per soddisfare i requisiti sulle emissioni.
Per raggiungere questo obiettivo e ridurre l’impatto ambientale del trasporto su gomma, l’Europa sta valutando tre possibili soluzioni: l’idrogeno, l’elettrificazione delle strade e una nuova capacità di ricarica ad alta velocità per le batterie più grandi.
Tuttavia, si tratta di soluzioni che richiedono infrastrutture ancora da costruire, e un notevole investimento di capitale per decollare.
L’idrogeno potrebbe essere utilizzato come sostituto del diesel per i camion a lungo raggio, ma la costruzione di una rete di rifornimento di idrogeno entro il 2030 costerebbe 20-25 miliardi di euro.
La soluzione delle strade elettrificate consentirebbe ai camion di ottenere energia continua da fonti elettriche nel manto stradale o tramite cavi aerei, con un’efficienza fino all’85%. L’investimento governativo per l’elettrificazione di un quarto della rete autostradale europea entro il 2040 potrebbe costare 55-60 miliardi di euro e richiederebbe la cooperazione tra molti paesi, ma sarebbe un sistema semplice ed estremamente efficiente.
Infine, una rete di ricarica ad alta velocità per i camion elettrici a lungo raggio sarebbe l’opzione più veloce e economica, ma la sfida risiede nello sviluppo delle infrastrutture adeguate e delle batterie.
Le alternative al trasporto merci su gomma
Parola d’ordine: diversificare
È di fondamentale importanza pensare a strategie per ridurre l’impatto di un tipo di trasporto come quello su gomma, ma lo è altrettanto ragionare su strade alternative per diversificare la logistica dello scambio di merci.
L’alternativa più ovvia è l’utilizzo della modalità ferroviaria. Per raggiungere questo obiettivo, ci sono varie alternative da considerare, come la modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie, l’aggiornamento dei mezzi su rotaia o un maggiore rigore nell’includere requisiti di sostenibilità ambientale nelle procedure di gara per gli appalti pubblici relativi ai servizi di trasporto.
La rivoluzione deve partire (anche) dai consumatori
È necessario un cambio di paradigma
Mentre assistiamo agli sforzi di amministrazioni e comunità europea, volti a ridurre il trasporto su gomma o quantomeno le sue emissioni di carbonio, noi consumatori non possiamo stare a guardare.
Quello che possiamo fare è iniziare cambiare le nostre abitudini di consumo, comprando prodotti il più possibile locali e provenienti da aziende agricole e allevamenti sostenibili: acquistare direttamente i prodotti sul territorio permette di alleviare l’enorme impatto ambientale associato ai trasporti.
Ciò ha anche altre conseguenze virtuose: si stimola l’economia del luogo in cui si vive, si ha un maggiore controllo sulla qualità di quello che acquistiamo e si risparmia. Questo gesto dipende principalmente dai consumatori, che devono essere educati a preferire la filiera corta, ma coinvolge anche i produttori, che dovrebbero vendere direttamente in azienda o attraverso i mercati dei contadini e i gruppi di acquisto solidale. E, non ultimi, anche i ristoratori, la cui missione dovrebbe prevedere sempre una funzione pedagogica volta a diffondere il gusto per una cucina più attenta alle pratiche di sostenibilità.
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