Profumo di grano dal 2016
Una filiera che è come una famiglia che condivide valori e i principi di un’agricoltura sana e rispettosa dei tempi ed i ritmi della natura.
Tutto ha inizio da un’attenta selezione delle aziende agricole che fanno parte del progetto ViVa, dalla scelta dei terreni ideali e da un disciplinare di coltivazione condiviso e sottoscritto da tutti gli agricoltori.
E’ l’uomo a doversi adattare alla natura. Non il contrario.
ViVa: una farina di alta qualità, senza scorciatoie.
Tra le province di Torino e Cuneo nasce la farina ViVa: qui viene coltivato grano tenero, segale, mais e monococco. Il progetto arriva fino in Basilicata, a Cancellara, dove agricoltori selezionati hanno intrapreso la sfida di coltivare il grano duro Saragolla: un antico cereale tutto italiano, simile al più famoso khorasan (più conosciuto con il marchio di Kamut), frumento a basso contenuto di glutine e ricco di antiossidanti e proteine.
Al cuore del progetto il rispetto della nostra Terra: mai chiederle più di quello che possa offrire, impegnandosi a restituire almeno ciò che ha donato. Tutti i terreni vengono salvaguardati da trattamenti inutilmente aggressivi e selezionati in base caratteristiche geologiche differenti, che meglio si adattano ad una particolare cultivar piuttosto che ad un’altra.
Nessuna scorciatoia neanche nella molitura: nella produzione non vengono utilizzate macine artificiali ma una pietra lavica naturale estratta dalle cave dell’Etna: la rotazione lentissima rispetta il nostro chicco e lo trasforma in una farina che mantiene intatto il profumo vero del grano.
Insieme alla facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Torino è stato redatto un disciplinare di coltivazione condiviso e sottoscritto da tutti gli agricoltori aderenti al progetto ViVa. I principi sono quelli dell’agricoltura integrata, un insieme di buone regole per una coltivazione sostenibile e non intensiva. Alla base di questa metodologia di coltivazione c’è la rotazione dei terreni.
Il mantra? E’ l’uomo a doversi adattare alla natura. Non il contrario.