Allevamento Sostenibile: verso un futuro migliore

Scopri l'allevamento sostenibile ed estensivo, la soluzione per un futuro migliore.

Allevare gli animali in maniera etica significa rispetto e minor impatto sull’ambiente

La produzione di prodotti di origine animale comporta diverse questioni di sostenibilità globale: salute e benessere degli animali, emissioni di gas serra, abuso delle risorse naturali, sicurezza alimentare, salute pubblica ed efficienza produttiva.
Una via più etica esiste, ed è da rintracciare negli allevamenti estensivi e sostenibili.

Gli allevamenti sostenibili sono più etici

Per il benessere del pianeta

Il tema degli allevamenti sostenibili è sempre più rilevante, perché l’impatto dell’industria alimentare sull’ambiente e sul benessere degli animali è ormai evidente e conosciuto da tutti.

Allevare animali per la produzione di carne, uova, latte e altri prodotti animali richiede molte risorse e ciò può causare problemi ambientali come la contaminazione dell’acqua, il cambiamento climatico e la deforestazione. Per questi motivi, l’interesse verso l’allevamento sostenibile e etico è in costante crescita, poiché si tratta di un approccio rispettoso che tiene conto della salute degli animali e dell’ambiente e, non ultimo, della qualità degli alimenti che consumiamo.

Perché abolire gli allevamenti intensivi

Una strada poco etica

L’allevamento intensivo, spesso chiamato anche ‘allevamento industriale’, è caratterizzato da una produzione su larga scala di animali destinati alla macellazione, o si riferisce anche a quegli allevamenti finalizzati a produrre latte e uova in grandi quantità e con un flusso costante. Questo tipo di allevamento si concentra sulla massimizzazione della produzione, ignorando il benessere degli animali e gli impatti ambientali negativi

In queste strutture, gli animali sono tenuti in spazi ristretti e soffrono di stress, malattie e mutilazioni. Come saprete, in questi allevamenti è molto comune anche l’uso massiccio di antibiotici e pesticidi, che possono avere effetti negativi sulla salute degli animali e dei consumatori. Inoltre, i rifiuti prodotti dall’allevamento intensivo, come il letame e l’urina, possono contaminare le acque sotterranee e le fonti d’acqua superficiali, causando gravi problemi ambientali.

Quali sono i benefici dell’allevamento estensivo?

A differenza dell’allevamento intensivo, l’allevamento estensivo consente agli animali di muoversi liberamente e di avere accesso a spazi aperti come pascoli e campi, dove possono socializzare e sono meno soggetti a malattie. Inoltre, gli animali vengono alimentati con mangimi naturali e soffrono meno lo stress.

Il rispetto degli animali è una priorità nell’allevamento estensivo. 

In questo tipo di allevamento, gli animali sono tenuti in condizioni che rispettano le loro esigenze naturali, garantiscono il loro benessere fisico e mentale e riducono lo stress.
L’allevamento estensivo tiene anche in considerazione l’impatto ambientale della produzione di alimenti di origine animale. Gli animali vengono alimentati infatti con mangimi naturali e biologici, cioè quegli alimenti che gli animali mangerebbero in natura e sono quindi più adatti alle loro esigenze nutrizionali, come fieno ed erba. Questi richiedono meno risorse rispetto ai mangimi utilizzati nell’allevamento intensivo e contengono meno sostanze chimiche. Inoltre, gli animali che vivono all’aperto contribuiscono alla conservazione della biodiversità e alla riduzione dell’impatto ambientale.

In un allevamento estensivo, gli animali vengono anche tenuti in condizioni igieniche e confortevoli; ciò significa che le loro esigenze di pulizia e igiene personale vengono rispettate, e che gli animali non vengono sovraccaricati in un unico spazio.

Quali animali vengono allevati con il metodo estensivo? I tipi di bestiame generalmente selezionati per l’allevamento estensivo sono quelli di bovini, ovini e caprini. L’allevamento estensivo fornisce circa il 10% della produzione mondiale di animali.

I limiti degli allevamenti estensivi

Hanno un impatto per l'ambiente

Secondo Lifegate, “gli allevamenti estensivi, nonostante facciano uso di pratiche decisamente più etiche e in linea con una migliore condizione di salute e di vita degli animali e per la qualità dei prodotti che noi mangiamo, hanno comunque un impatto ambientale significativo. 
Un noto esempio di questo fenomeno è l’Amazzonia, dove la creazione di nuovi pascoli rappresenta una delle principali cause di deforestazione, poiché si stima che il 63% di tutte le terre deforestate sia destinato all’allevamento di bovini. 

Inoltre, la pratica di appiccare incendi per creare spazi per l’allevamento di bovini, o per coltivare soia destinata all’alimentazione degli animali nei sistemi intensivi di polli e maiali, produce grandi quantità di gas serra, danneggia le specie animali che abitano la foresta e distrugge gli habitat dei sopravvissuti. 

Secondo uno studio pubblicato su Nature, i prati e le praterie naturali hanno la capacità di immagazzinare gas serra, mentre quelli utilizzati per il pascolo degli animali sono fonti di emissioni, aumentando ulteriormente il riscaldamento globale. In generale, gli allevamenti di bovini, sia estensivi che intensivi, hanno un notevole impatto ambientale. Tuttavia, non sono gli animali stessi a rappresentare una minaccia per il Pianeta. Ciò che risulta insostenibile è la scelta, avvenuta nel dopoguerra, di abbandonare i legumi a favore delle proteine animali, che ha portato alla necessità di allevare, riprodurre e macellare enormi quantità di animali bovini e mucche” (fonte: Lifegate). 


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