L’Italia, si sa, è una terra ricca di prodotti eccezionali, come la Patata della Sila Igp, il Sale Dolce di Cervia o il Grana Padano 36 mesi. In questo ricco panorama di eccellenze spicca anche il riso Riserva San Massimo: un ingrediente frutto di un’attenta selezione, che garantisce risultati perfetti in cucina.
Coltivato nell’ottica della conservazione della biodiversità e della salvaguardia delle colture tradizionali, questo riso nasce nella Valle del Ticino, in provincia di Pavia, in un’area straordinariamente fertile, che regala uno splendido panorama di natura incontaminata.
Scopriamo insieme, allora, quali sono le caratteristiche del riso Riserva San Massimo e come usarlo per rendere uniche le nostre ricette.
Riso Riserva San Massimo: la quintessenza della qualità
Sinonimo di qualità e tradizione, questo prodotto racconta una storia di passione, innovazione e rispetto per l’ambiente: la tutela della bellezza del luogo e la rotazione delle colture, così come le tecniche di agricoltura integrata, permettono infatti di ottenere un riso di qualità superiore nel pieno rispetto della terra da cui nasce.
A questo si aggiunge anche il processo di produzione, di tipo artigianale: il riso Riserva San Massimo viene infatti essiccato lentamente e lavorato con metodi che ne mantengono intatte le proprietà organolettiche. Si fa uso, ad esempio, di un’essiccazione a gas metano e di uno scambiatore termico: questo evita il contatto tra il riso e le esalazioni, conferendogli quindi una maggiore salubrità e permettendo, grazie alle temperature moderate, di mantenere integro ogni chicco.
La Riserva San Massimo, nata per la caccia privata, presenta anche fonti di acqua sorgiva, con cui i campi vengono inondati durante le varie fasi di coltivazione: questa pratica garantisce un utilizzo dell’acqua mirato e certificato, oltre che estremamente qualitativo.
Il risultato? Tre varietà di riso dai chicchi grandi e compatti, che permettono agli chef di esprimere al meglio la loro creatività in cucina: parliamo del riso Carnaroli classico e integrale, del Riso Rosa Marchetti e del riso Vialone Nano.
A cosa è adatto il riso Carnaroli?
Dal colore perlato e dai chicchi dalle dimensioni maggiori, il riso autentico Carnaroli Riserva San Massimo presenta un’alta tenuta in cottura. Cosa significa? Che non scuoce anche se usato per cotture prolungate: i chicchi, infatti, rimangono ben sgranati anche a cottura ultimata.
Questa varietà è, quindi, perfetta per i risotti: contiene infatti una buona quantità di amido che contribuisce a renderli particolarmente cremosi. Facilmente digeribile, è anche privo di glutine e quindi adatto a chi soffre di celiachia o di intolleranza al glutine.
Anche la versione integrale è fonte di benefici: ricca di fibre, porta in tavola i profumi della risaia di origine ed è perfetta sia per i risotti che per le insalate di riso. Delicata e genuina, conserva tutte le sue qualità organolettiche e nasce grazie all’irrigazione con l’acqua pura delle sorgenti del Parco del Ticino.
Alla denominazione “riso Carnaroli” si aggiunge, in questo caso, anche l’aggettivo “autentico”: si tratta, infatti, di una varietà che pochi coltivano a causa delle complessità che comporta. In molti, infatti, preferiscono optare per alcune sottovarietà del Carnaroli, come il riso Karnak, Poseidone o Carnise, dalla coltivazione più semplice.
Riso Vialone Nano e Rosa Marchetti riserva San Massimo: per piatti da veri chef
Tipiche della produzione Riserva San Massimo sono anche altre due varietà di riso: parliamo del Vialone Nano e del Rosa Marchetti.
A differenza del Carnaroli, queste varietà raddoppiano le loro dimensioni in cottura: il Vialone Nano è un riso medio a chicco semi fino, tondo e perlato; il Rosa Marchetti è un riso di medie dimensioni e completamente trasparente: solo in cottura assume una colorazione grigio perlata.
Entrambe molto pregiate, queste varietà di riso sono perfette in cucina, grazie alla capacità di mantenersi compatte e di assorbire i profumi e le fragranze degli altri ingredienti di un piatto.
Riso Riserva San Massimo: le ricette da provare
Ma eccoci arrivati alla parte più gustosa: quella delle ricette! Passiamo, allora, alle preparazioni che esaltano al meglio le qualità di queste varietà di riso. I chicchi di riso Carnaroli, ad esempio, diventano i veri protagonisti del piatto, ad esempio, se usati per un risotto alla parmigiana arricchito con tartufo nero o per uno con zafferano e ossobuco.
Altrettanto eccezionale è in preparazioni più innovative, come un risotto ai frutti di mare con emulsione al limone, dove l’equilibrio tra dolcezza e acidità si sposa alla perfezione con la consistenza peculiare del riso Carnaroli.
Il riso Vialone Nano, dal canto suo, invece, è perfetto per esaltare ricette delicate come i risotti ai frutti di mare o il riso alla pilota: in questo caso il riso viene cotto per assorbimento e solo in seguito si aggiunge il condimento (ovvero la salsiccia rosolata in padella).
Per farlo, bisogna cuocere il riso in acqua bollente per una decina di minuti, mantenendo un’ebollizione non troppo alta per non rischiare di bruciarlo.
Una volta che il riso avrà assorbito quasi tutta l’acqua, spegniamo e attendiamo che sia cotto completamente. A questo punto aggiungiamo la salsiccia e il Grana e impiattiamo! Il riso Vialone Nano è perfetto anche per preparare un gustoso risotto all’isolana, con brodo di carne, vitello magro e lombata di maiale: si tratta di un piatto tipico della cucina veronese, ricco di sapori e fragranze.
E il riso Rosa Marchetti? I chicchi di questa varietà sono adatti per le minestre, è vero, ma non solo: possiamo usarli, ad esempio, anche per un fresco risotto con il pompelmo, o per un riso al forno con zucchine, feta e olive oppure per un’insalata di riso scomposta.
Ogni granello di riso Riserva San Massimo diventa, quindi, una tela bianca pronta ad accogliere le sfumature dei più svariati accostamenti gourmet, garantendo sempre risultati eccellenti dal primo… all’ultimo morso!