Franciacorta Metodo Classico: il Re dei Vini Italiani

Se esiste una gemma fra i vini italiani, questa è il Franciacorta Metodo Classico.

Prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia, è un vino che vanta pedigree e stile e che – ad oggi – rimane in gran parte sconosciuto fuori dall’Italia.

Infatti, solo l’11% della produzione annuale di 17,4 milioni di bottiglie di Franciacorta viene esportato in tutto il mondo.

Questa percentuale è destinata ad aumentare, tuttavia, poiché la denominazione continua a distinguersi dagli altri vini spumanti tradizionali.

Il Franciacorta non è Champagne

Tante, infatti, sono le diversità.

Per anni, il Franciacorta è stato paragonato allo Champagne, perché i due vini usano lo stesso metodo di fermentazione in bottiglia e le stesse varietà di uve primarie, ma le somiglianze finiscono qui. 

Il Franciacorta, infatti, ha una sua personalità del tutto originale. 

Grazie all’impegno di vignaioli all’avanguardia, alla crescente attenzione alla viticoltura biologica e a promettenti esperimenti con un’uva autoctona, vengono prodotti spumanti sorprendenti, guidati dal terroir, che dovrebbero essere sul radar di ogni amante del vino.

Il 5 marzo 1990 a Corte Franca è nato il Consorzio con lo scopo di garantire e controllare il rispetto della disciplina di produzione del vino Franciacorta.

La zona di produzione del Franciacorta

Prodotto in un'area ben definita...

La piccola area geografica nella quale si produce il vino si trova in Lombardia, ed in essa crescono le vigne Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco. 

Questo territorio era anticamente coperto da boschi, mentre oggi è in gran parte dedicato alla coltivazione della vite. 

Il terreno è di origine morenica, cioè è composto da detriti rocciosi che sono stati trasportati dai ghiacciai che scendono dalle Alpi ed è abbastanza profondo, di tipo misto e composto da limi, argille e scheletro. Ha una buona permeabilità.

La zona di coltivazione ha la tipica forma ad anfiteatro ed è Delimitata dal lago d’Iseo a nord. Le dolci colline della zona beneficiano di un microclima caldo, temperato da brezze rinfrescanti che scendono dai contrafforti delle Alpi Retiche, situate a nord-est. 

I terreni morenici sciolti assicurano che la Franciacorta non sia mai troppo alta in alcol.

Il Franciacorta DOCG è lo spumante prodotto nell’omonima zona della Franciacorta, in provincia di Brescia, in Lombardia. 

È l’unico spumante metodo classico che, insieme allo Champagne francese e al Cava spagnolo, può avere in etichetta solo il nome del territorio, permettendo così di scrivere “Franciacorta” al posto di “Franciacorta metodo classico” o di “Franciacorta spumante”.

Viene prodotto con uve Chardonnay e Pinot nero fino a un massimo del 100%, mentre il Pinot bianco è ammesso entro il limite del 50%.

Perché il vino si chiama Franciacorta?

Occorre andare indietro nei secoli.

Un aspetto molto curioso della zona della Franciacorta è la sua propensione alla coltivazione della vite. 

Basta risalire all’etimologia del termine “Franciacorta” per capire quanto sia fitta la relazione tra vino e zona di produzione.

Franciacorta, secondo l’ipotesi più accreditata, deriva da “Corte franca”. Per molti secoli, nell’area attorno al lago d’Iseo si insediarono delle piccole comunità di monaci benedettini dediti alla coltivazione della vite. La loro produzione enologica fu immediatamente riconosciuta come di qualità superiore, un patrimonio da incentivare e salvaguardare. 

Per permettere ai monaci di dedicarsi al lavoro in vigna e per concentrare i loro sforzi fisici ed economici in quest’opera, le comunità benedettine godevano di alcuni vantaggi, soprattutto in termini di esenzioni dal pagamento di tasse e tributi imperiali ed ecclesiastici. 

Da qui l’espressione latina con cui venivano definite: “curtae francae”, ovvero “corti franche o libere” da alcune imposte.

Il toponimo “Franzacurta” apparve per la prima volta in un documento del 1277 ed è frutto di una serie di trasformazioni linguistiche dell’originario “curtae francae”, variazioni che poi hanno portato all’attuale “Franciacorta”.

Come viene prodotto il Franciacorta?

Un processo meticoloso...

Il Franciacorta utilizza il metodo classico (Champenoise) per ottenere le bollicine. Ciò significa che la fermentazione con l’aggiunta di zuccheri e lievito avviene in bottiglia, a differenza del metodo Charmat che utilizza la fermentazione in autoclave e successivamente l’imbottigliamento.
Ad agosto, in seguito al raccolto, il prodotto della prima spremitura viene messo in bottiglia dove rimane fino a marzo quando viene aggiunto zucchero e lievito naturale. Le bottiglie vengono messe in posizione orizzontale e lasciate così per:

  • 2 anni per la qualità Brut
  • 3 anni per la qualità Millesimato
  • 5 anni per la qualità Riserva. 
    Successivamente e a mano, le bottiglie vengono messe a testa in giù e vengono girate due volte al giorno; quindi viene gelato il collo delle bottiglie mettendole a – 30 gradi nell’azoto liquido, in modo tale che si formi il tappo di ghiaccio che contiene anche i sedimenti, quindi questo tappo viene tolto e viene effettuato il rabbocco per portare il livello della bottiglia al punto giusto. 
    La bottiglia è quindi pronta per la chiusura e l’apposizione dei sigilli.

Quante tipologie di Franciacorta esistono?

Ad oggi ne vengono prodotte cinque.

Il Franciacorta DOCG si può trovare nelle seguenti tipologie, ognuna con un profilo di degustazione specifico:

Franciacorta è la tipologia base. Chardonnay e/o Pinot Nero, è permesso l’uso del Pinot Bianco fino ad un massimo del 50%, l’Erbamat è consentito nella misura massima del 10%.* Dosaggi: Pas Dosé, Extra Brut, Brut, Extra Dry, Sec o Dry, Demi-Sec.

Franciacorta Saten. Chardonnay (prevalenti) e Pinot Bianco fino a un massimo del 50%. Viene prodotto esclusivamente nella tipologia Brut.

Franciacorta Rosé. Pinot Nero (minimo 35%), Chardonnay, Pinot Bianco (massimo 50%), Erbamat (massimo 10%). Dosaggi: Pas Dosé, Extra Brut, Brut, Extra Dry, Sec o Dry, Demi-Sec.

Franciacorta, Franciacorta Satèn e Franciacorta Rosé possono acquisire maggior personalità, complessità e raffinatezza, con periodi più lunghi di maturazione e affinamento. È il caso del Franciacorta Millesimato e del Franciacorta Riserva.

Che caratteristiche ha il Franciacorta?

Giallo pallido dai riflessi dorati.

Il Franciacorta si presenta con un perlage fine e persistente. 

Il profumo è caratteristico della fermentazione in bottiglia, sentori di pane e lievito arricchiti da delicate note di agrumi (mandarino, lime, pompelmo), frutta a polpa bianca (pesca, mela, pera) e frutta secca (mandorla, nocciola, fichi secchi).

Per quanto riguarda il gusto, un’acidità ben equilibrata dona freschezza e sapidità. Sentori floreali e fruttati, note di lieviti, di crosta di pane e delicate sfumature di agrumi.

Le diverse tipologie di Franciacorta sono caratterizzate da differenti dosaggi di liqueur aggiunti dopo la sboccatura e sono quindi dotate di originali e spiccate personalità:
Non Dosato (zucchero fino a 3 g/l, residuo naturale del vino) – è il più secco della gamma dei Franciacorta;
Extra Brut (zucchero fino a 6 g/l) – molto secco;
Brut (zucchero inferiore a 12 g/l) – secco ma un po’ più morbido rispetto all’Extra Brut, è sicuramente la tipologia di Franciacorta più versatile;
Extra Dry (zucchero 12-17 g/l) – morbido, con un dosaggio leggermente maggiore rispetto al classico Brut, è indicato per una grande varietà di cibi;
Sec o Dry (zucchero 17-32 g/l) – meno secco e leggermente abboccato;
Demi-Sec (zucchero 33-50 g/l) – sapore abboccato dovuto al dosaggio zuccherino piuttosto elevato, si abbina bene con i dolci.

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